Nell’ultimo capitolo sulla Storia dell’Odontoiatria, abbiamo fatto un excursus durante il Medioevo, andando alla scoperta dei primi ‘dentisti’ ufficiali dell’era moderna: i cerusici.
Durante il 1500, furono diverse le pubblicazioni in tema di odontoiatria, a partire da “The Little Medicinal Book for All Kinds of Diseases and Infirmities of the Teeth”. Scritto da Artzney Buchlein, viene ad oggi considerato il primo testo interamente dedicato alla cura dei denti, scritto a beneficio dei cerusici. Pochi anni dopo è la volta del “Libellus de dentibus” di Bartolomeo Eustachio, l’anatomista marchigiano cui si deve tra l’altro la determinazione della struttura della Tromba di Eustachio (il canale uditivo che da lui prende nome). Nel 1575, di là dalle Alpi, Ambroise Paré, considerato come il padre della chirurgia moderna pubblica la sua opera completa in cui sono contenute informazioni pratiche di odontoiatria, quali l’estrazione dei denti, il trattamenti dei denti cariati e le cura della fratture dei mascellari. L’importanza che l’opera riveste per il tempo è data, oltre che dall’indiscusso valore del suo contenuto, anche dal ‘curriculum’ del suo autore che era il chirurgo regale del re di Francia Enrico II, della regina Caterina de’ Medici e dei loro quattro figli Francesco II, Carlo IX e di Enrico III.
Quasi un secolo dopo, precisamente nel 1683, l’olandese Anton van Leeuwenhoek, naturalista e ottico scopre, grazie all’applicazione rigorosa del metodo sperimentale moderno, sostenuto da Galileo Galilei e perfezionato da Isaac Newton, i cosiddetti “animaletti”, che altro non sono se non protozoi e batteri il ruolo di alcuni dei quali, in seguito, verrà meglio determinato in relazione all’insorgenza di placca e carie dentale.